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al testo di Adielle
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Ho subito la rivolta del mio ego sono morto qualche volta come tutti a forza d'equilibrismi tra buio e luce che non comprendo fino in fondo, com'è giusto che sia data la mia ignoranza ombra. Quanto contano i fatti, chi mi giudica? Chi giudico io? Il nostro metro di giudizio sarà lo stesso? Quanto conta un giudizio? Si può far male perfino a volerlo. Ma che a gli abissi del bene ci conduca la musica prima di andare a dormire, per far pace col Mondo una preghiera per dio nella lingua che conosce meglio il bersaglio star bene il più a lungo possibile misura di quel bene, il libero arbitrio di lasciarsi andare alle correnti. Come viene il vento ogni sera a pormi le sue caviglie! Il vento femmina delle Erinni, con molecole d'alloro sprofondo, porgo l'altra guancia per pigrizia esistenziale, in quanto reagire in qualche altro modo avrebbe voluto poter dire usare più energia fosse stato anche coraggio, buono per poi di cui sono privo da quando non ho più una ragazza che mi voglia bene. Ho, per avere una relazione con. Che poi perchè vengo a sconfessarmi, a riprodurmi di parabole concentriche, un melodramma che ripeto ad ogni fase di crescendo che mi ricorda che i miei atomi si possono fondere nell' aria ma non per forza per questo perderanno memoria di me di quello che siamo stati insieme noi ogni volta di morire e se dovessimo incontrarci nuovamente quali dolci apocalissi sono state messe in serbo per noi; credo e non credo, come fossi poeta un poeta di cui mi servo per sopravviere alla mia maniera un vademecum della seta ma solo perchè ultimamente mi piace la parola Ma io chi sono? Segui il film che mi sto facendo, è una prima visione, collegati su internet. Poi niente, è caduta la linea, sono rimaste le smagliature e le virgole ma se pensi di tornare uguale non è possibile anche gli equilibri più allenati non sfuggono al tempo. Le successioni fotoniche. A caccia di raggi stellari, c'ha ragione un mio amico come fai se ogni tanto non ci vai? Può essere una gita, una corsa, una bisca una canna, anche una serata storta, una boccia di troppo un libro, un cancello, una strada, un concerto qualsiasi ma sempre con una morale di un certo stile che ci distingua dall'essere propriamente cattivi. Una botta di vita che ogni volta mi pare di meritare sempre meno nei periodi in cui sono depresso, così nemmeno m' impegno. Quanto durano? Quanto è pericoloso parlar di se stessi in un social network, quanto siamo più protetti qui? Facciamo parte del tutto, di quanto incidiamo? Una foto così, un commento di troppo e già tutto è perduto qualcuno condiziona il giudizio più di qualcun altro i capi popolo, nel settore esterno. Ma il vero nodo? Il verso di fuoco, la coltre magnetica? Configurare un patema d'animo non avrebbe senso, per ogni perdono ma chiedersi scusa ogni tanto potrebbe far bene, secondo i miei calcoli. La ricerca di marketing ha dato vincenti gli ottimisti, i rami sottili i violini zigani, i lunghi dibattiti. A chi mi rivolgo quando scrivo? A chiunque mi legga, spero compresi voi che mi conoscete da più tempo ma tutto questo non è un po' come in Taxi Driver ehi tu dici a me? E sto parlando da solo con me stesso? E questo schermo è lo specchio. Qualcuno ci riprende. Si potrebbe dire che io scriva per non parlar da solo che alla fine sono un po' le Nozze di Figaro mi suggerisce youtube che poi parlo normalmente, non è che non parlo, è che spesso preferirei star zitto invece di scrivere non mi passa mai la voglia nonostante tutti i pericoli e gli inevitabili equivoci ma chi ti calcola, per intenderci, delle volte fosse un boomerang liberarsi di tutto, so che qualcuno ha fatto una brutta fine chissà cosa avrà da dire? E poi sono le solite. Due passi più vicini al Sole e mille flessioni nel fango e mi hanno raccontato che c'è stato qualcuno che arrivò a parlare con Dio che non aveva ancora un capello bianco, dopo, subito dopo pure la barba, tifoso di tutti. Alla fine che sia stato dichiarato schizofrenico è una distanza che mi autorizza a fare quello che faccio con una certa maieutica chiedere perdono è parte del mio compito e ognuno ha il suo ma mi sento protetto dall' invalidità che indosso come se fosse comunque una buona scusa per non mettercela tutta il fatto che ogni tanto è pure che mi manca la voglia, la forza di volontà di alzarmi dal letto come metafora vado in letargo come un grasso koala, un favoloso panda ma i miei sonni hanno natura caotica, che mi turba da sveglio non sono buono per niente come credevo prima di ammalarmi posso essere cattivissimo a dar retta a certi pensieri che si compongono di cui rifiuto la paternità anche se la prova del DNA m' inchioda ai miei cardini di bronzo. Avere un certo contegno, una certa educazione aiuta. Poi perdere il controllo, entrare in una dimensione in cui è alterata la percezione della realtà in un modo in cui ti rendi conto ma non sai come, tenendo da parte le voci per ultime come mostro finale. Ogni tanto per ridirmi chi sono togliendo le rughe, lasciando le ombre a fare il mio gioco. Che figura! Tutto combacia, la vita continua, il pensiero fa paura, sia libero che in carcere. Mi avverte il foglio di carta: l' amore è un' ancora sangue per cuccioli miodesopsie dell' anima. In appunti fantasma.
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